Rientro dei cervelli: Incentivi fiscali Italiani

Dopo anni passati all’estero, stai pensando di rientrare in Italia? Questo potrebbe essere il momento giusto per farlo, grazie a nuovi incentivi fiscali introdotti dal decreto legge No. 34 del 2019. Il decreto incrementa i benefici fiscali nei confronti di quei soggetti residenti all’estero che rientrano in Italia, trasferendo la residenza fiscale da inizio 2020.
Le modifiche apportate riguardano la regolamentazione contenuta nei seguenti testi legislativi:
Il rientro in Italia delle maestrenze con significative esperienze lavorative (direttivi o altamente qualificati/specializzati), contenuto nell’articolo 16, comma 1, D.Lgs. 147/2015. Il comma 2 dell’articolo 16 (rientro laureati) non ha subito modifiche.
Il rientro in Italia dei docenti/ricercatori, previste dall’articolo 44 del D.L. 78/2010 (Legge 122/2010).
In precedenza i lavoratori dovevano rivestire ruoli direttivi o altamente qualificati per ottenere i benefici, ma oggi questa nuova norma viene rivolta a tutti i lavoratori, ai ricercatori ed ai docenti. Gli incentivi ottenibili sono:
Il reddito imbonibile sara’ il 30% (in diminuzione dal 50% precedentemente previsto);
In termini di tempistiche non vi sono modifiche, ossia lo sgravio fiscale decorre dal periodo d’imposta in cui si acquisisce la residenza fiscale in Italia,  più i successivi  quattro periodi d’imposta;
Queste nuove misure agevolative verranno applicate nei confronti di tutti quei lavoratori non residenti in Italia nei due periodi d’imposta precedenti l’impatrio,  che si impegnano a rimanere in Italia per almeno due anni;
L’attività lavorativa deve essere prestata prevalentemente nel territorio italiano, ma non più necessariamente a favore di una impresa residente o da una sua controllata: questo lascia dedurre che l’impresa può essere anche straniera;
Per i laureati, la normativa e’ disciplinata dal comma 2, che rimane invariato. Per ottenere gli sgravi occorre essere laureati, aver svolto continuativamente attività di lavoro dipendente o autonomo o d’impresa all’estero per 24 mesi, oppure aver studiato per 24 mesi conseguendo un titolo accademico, e trasferire la residenza fiscale in Italia, impegnandosi a permanere in Italia per due anni.
Vi e’ invece una regolamentazione specifica per professori e ricercatori. Queste categorie di lavoratori potranno avere i seguenti benefici a seguito del loro rimpatrio:
La percentuale di detassazione si attesta al 90% (invariata rispetto al passato);
In termini di tempistiche, lo sgravio fiscale decorre dal periodo d’imposta in cui si acquisisce la residenza fiscale in Italia,  più i successivi cinque periodi d’imposta.
Vi sono inoltre ulteriori sgravi fiscali per i lavoratori rimpatriati, in base ad alcune specifiche condizione personali o rimpatrio in specifiche aree geografiche.