Avvocato nel Catai da vent’anni. D’Andrea ha dieci sedi nel mondo
"Andai a Nachino e a Shangai con una borsa di studio semestrale, e invece sono rimasto in quel Paese". Docente universitario, è uno dei massimi esperti di relazioni aziendali tra l’Europa e l’estremo Oriente.
E’l’avvocato italiano che fa da trait d’union tra Cina ed Europa. Si tratta del viareggino Carlo Diego D’Andrea, giovane ma già celebre giurista che ha tracciato una straordinaria carriera nel campo legale specializzandosi nelle operazioni tra il Paese del Dragone e il Vecchio Continente. D’Andrea è infatti un esperto di diritto societario e investimenti esteri ed abita in Cina dal 2005, dove attualmente è manager del suo studio legale “D’Andrea & Partners” (uno dei più conosciuti nelle relazioni commerciali transcontinentali che gestisce oltre 10 sedi nel mondo, tra cui Milano e Shanghai con un team di circa 100 professionisti).
Inoltre è professore universitario e autore di libri e podcast relativi al commercio internazionale. La gioventù passata da Carlo a Viareggio è permeata di ricordi d’amore familiare, con la zia materna Valeria, i numerosi cugini (tra cui Paola e Barbara) e tanti cuginetti. “Valeria ha gestito per molti anni un’attività di frutta fresca e secca (conosciuto come il Chiosco di banane al Piazzone) e tramite lei ha conosciuto nientemeno che Marcello Lippi (altro viareggino eroe dei due mondi, avendo conquistato da allenatore la Champions League europea e asiatica, ndr)”.
Come è iniziata la tua carriera?
“Dopo aver terminato gli studi in giurisprudenza all’Università di Teramo, ho conseguito un master in giurista d’impresa alla Luiss di Roma, città dove ha iniziato a lavorare come giovane praticante legale. Dopo aver conseguito il titolo di avvocato, mi sono trasferito in Cina, prima a Nanchino e poi a Shanghai per una borsa di studio di sei mesi che si è trasformata in un soggiorno di vent’anni”.
Come si svolge il tuo lavoro?
“La nostra mission è quella di assistere le società europee che investono in Cina e nelle economie emergenti come India e Vietnam, nonché le società cinesi che investono in Italia e nel mercato europeo”.
Ti manca Viareggio?
“Nonostante il successo internazionale, l’Italia e la mia città rimangono nel mio cuore. Torno in Toscana ogni volta che posso per rendere omaggio alla nonna sepolta nel Cimitero Comunale, per rivedere i miei parenti che abitano in Darsena e per partecipare alle sfilate del Carnevale”.
Qual è stato il segreto del tuo successo?
“Penso che la mia storia sia un esempio per tutti di connessione tra le radici familiari e l’affermarsi in questo mondo ormai globalizzato: è importante viaggiare lontano senza dimenticare da dove si viene”.
Dario Pecchia