Uno sguardo alla Cina del 2023
In seguito all'annuncio del Partito Comunista Cinese, secondo cui dal prossimo 8 gennaio 2023 i viaggiatori provenienti dall’estero non saranno più soggetti a quarantena centralizzata per entrare in Cina, molti investitori esistenti e potenziali, studenti, politici di alto livello, turisti, diplomatici, organizzazioni commerciali hanno accolto positivamente la notizia. Con il nuovo anno ed i grandi cambiamenti economici in atto, esamineremo come il mercato cinese potra’ evolversi nel 2023.
L’economia cinese dovrà affrontare una serie di sfide post-pandemiche in un contesto difficile in cui i livelli di vaccinazione sono ancora bassi, in particolare tra gli anziani, e con una rete ospedaliera ancora poco equipaggiata e preparata a gestire le possibili infezioni di massa; due fattori che fino a poco tempo fa avevano reso le autorità cinesi riluttanti ad attuare la nuova politica di "convivenza con il Covid".
Impatto della riapertura sulla crescita a livello nazionale
A livello nazionale, gli ultimi anni, compreso il 2022, sono stati complicati per la crescita della Cina, con un modesto aumento nel PIL di circa +2,7% nel 2022 secondo le ultime stime della Banca Mondiale, significativamente inferiore all’obbiettivo di +5,5% fissato all’inizio dell’anno e nettamente inferiore al +8% del 2021. In aggiunta, l’uscita dalla politica “dynamic zero Covid”, pur essendo un segnale positivo in termine di stimoli economici, pone ancora dei rischi e invita alla cautela.
Si ritiene che, in base ai dati diffusi dalle autorità regionali, le nuove infezioni giornaliere da COVID-19 in Cina abbiano raggiunto diverse centinaia di milioni, in un contesto di rapida diffusione del coronavirus iniziato quando il governo ha allentato in modo significativo le severe misure di restrizione.
A causa della rapida crescita dei casi di infezione da COVID-19 in Cina, la richiesta di Paxlovid, la pillola anti COVID di Pfizer, è aumentata notevolmente anche a livello nazionale, con un prezzo di vendita al dettaglio di circa 2.300 RMB (315 euro), che pero’ da questo mese potra’ essere compensato dai contributi sociali del paziente. Sebbene l'introduzione del farmaco antivirale sul mercato cinese rappresenti un primo segnale positivo, ci auguriamo che si possa stabilire un calendario chiaro per l'introduzione delle vaccinazioni a base di mRNA e dei farmaci antivirali anche di produzione straniera nella popolazione, in modo da fornire certezza e prevedibilità, come raccomandato dalla Camera di Commercio Europea in Cina alla fine di novembre dopo l'inizio delle misure di ottimizzazione del COVID nel Paese.
Se si accelerassero gli sforzi nell’organizzazione della sanità pubblica si potrebbe ora consentire una riapertura più sicura e meno dirompente auspicando un aumento dei tassi di vaccinazione tra i gruppi vulnerabili, il lancio di una campagna di vaccino di richiamo, maggiore accesso a trattamenti COVID-19 più efficaci ed uso efficiente della capacità ospedaliera limitata per i casi gravi. È probabile che i decisori politici mantengano politiche accomodanti nella prima metà del 2023 per sostenere la crescita complessiva, con gli investimenti infrastrutturali che rimarranno forti nel primo semestre, mentre i motori della crescita dovrebbero ruotare verso i consumi e i servizi nel secondo semestre. Di conseguenza, i consumi e gli investimenti della Cina, nel quadro della sua graduale riapertura, stimolerebbero le prospettive di crescita complessiva della regione, dato che la Cina è il principale partner commerciale per esempio di 16 grandi economie asiatiche.
Nel complesso, una normalizzazione dell'economia cinese potrebbe alleviare in modo significativo le interruzioni della catena di approvvigionamento che hanno contribuito a un rapido aumento dell'inflazione delle merci a livello globale. Una ripresa della crescita in Cina potrebbe inoltre stimolare la domanda di materie prime globali e costituire un altro probabile fattore di riduzione dell'inflazione, che porterebbe a una maggiore prevedibilità dello scenario economico del 2023.
Impatto della riapertura sulla crescita a livello internazionale
Per favorire un effettivo ritorno alla normalità e una ripresa della crescita dell'economia cinese, dall'inizio di dicembre diverse province e città della Cina hanno organizzato delegazioni commerciali composte da dirigenti governativi, rappresentanti di imprese e istituzioni che si sono recate in Europa per svolgere attività di promozione economica e commerciale promettendo un maggiore sostegno alla crescita economica. Si tratta ovviamente di un grande passo in avanti se si considera la mancanza di scambi interpersonali tra l'UE e la Cina negli ultimi tre anni.
Nel solo mese di dicembre, delegazioni di imprenditori della provincia di Hubei si sono recate in Germania e Svezia per otto giorni per promuovere gli investimenti all'estero, mentre rappresentanti dalla fiorente provincia dello Zhejiang hanno effettuato un viaggio di sei giorni in Germania e Francia con un volo charter prenotato dal Dipartimento del Commercio della provincia, mentre una delegazione di oltre 200 dirigenti d'azienda e funzionari governativi, guidata dal governo di Suzhou, importante citta’ cinese nella provincia orientale dello Jiangsu famosa per essere il cluster industriale con il maggior numero di aziende manifatturiere italiane al mondo, ha attraversato la Francia e la Germania. La delegazione di Suzhou, in particolare, ha visitato 325 imprese e istituzioni e ha firmato 37 progetti, partecipando a 29 fiere di investimento, raccogliendo un'intenzione di investimento totale di 5,9 miliardi di euro.
Lo scopo principale di queste delegazioni è quello di presentare alle imprese straniere le più recenti politiche industriali regionali, esplorando al contempo le tecnologie e i prodotti più recenti delle imprese straniere e cercando la possibilità di introdurli nel mercato cinese. Queste attività di promozione degli investimenti dovrebbero aumentare la fiducia degli investitori stranieri e rafforzare la loro convinzione di continuare a investire nel mercato cinese, il quale ha attraversato notevoli tempeste negli ultimi anni ma che ora sta cercando di tornare stabile e di riconquistare la fiducia degli investitori stranieri.
Nel 2023 i riflettori sono puntati sull’industria cinese
Per quanto riguarda le industrie di maggior rilievo in Cina per gli investitori stranieri nel 2023, nonostante la trasformazione dell’economia cinese, spicca il settore manifatturiero che rimane un pilastro della crescita. Tuttavia, gli ultimi tre anni hanno avuto un impatto su questo settore, che era fino a quel momento ben consolidato. A causarne problemi sono state soprattutto le interruzioni della catena di approvvigionamento, le quali hanno complicato le operazioni per i produttori che si riforniscono di materiali dalla Cina, spingendo molti investitori a diversificare l’approvvigionamento adottando la strategia “Cina più uno”.
Possiamo aspettarci che tali strategie rimangano tra le principali tendenze del settore manifatturiero nel 2023, in quanto le aziende cercano di ridurre o eliminare le dipendenze e di rimanere resilienti di fronte alle possibili future interruzioni della catena di approvvigionamento. Detto questo, con l’eliminazione delle politiche di controllo COVID, il trattamento preferenziale per la produzione di NEV (New Energy Vehicle, ovvero veicoli elettrici ) e il sostegno politico del governo nel 2023 per i settori manifatturieri ad alta tecnologia rimarranno in quanto coerenti nell’ambito della strategia cinese della “doppia circolazione”. Infatti il Paese sta cercando di rafforzare l’autosufficienza dell’economia manifatturiera nazionale in un contesto di crescente incertezza geopolitica globale.
A tal fine, la Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma della Cina e il Ministero del Commercio hanno recentemente ampliato il Catalogo 2022 delle industrie incoraggiate per gli investimenti esteri nei settori della manifattura di prodotti finiti, della produzione di componenti e della produzione di materie prime, al fine di fornire politiche favorevoli per facilitare gli investimenti diretti esteri in tali industrie incoraggiate.
Per quanto riguarda il settore del lusso invece, alla notizia della fine della politica "zero COVID" le azioni dei principali gruppi sono salite. Per esempio, LVMH (Moët Hennessy Louis Vuitton) ha registrato un aumento del 2,7%; Kering è cresciuta del 2,2%; Hermès International è salita di oltre 2 punti percentuali; la Compagnie Financière Richemont ha registrato un +4%. Inoltre, la società di consulenza McKinsey prevede che il settore del lusso crescerà tra il 5 e il 10% nel 2023 a livello globale, con uno slancio tra il 9 e il 14% nella Repubblica Popolare. Tuttavia, come accennato, l'inizio del 2023 rimarrà difficile, poiché l'aumento dei casi ha impedito alle persone di uscire e fare shopping e diversi marchi hanno dovuto chiudere temporaneamente i loro negozi a causa del test di tutti i dipendenti per la COVID-19. Una piena ripresa del settore del lusso dovrebbe essere prevista negli ultimi trimestri dell'anno, quando si prevede che la vendita al dettaglio ed i consumi saliranno alle stelle.
Proiezione di crescita per il 2023
I settori che sono stati maggiormente limitati dalle misure COVID negli ultimi anni, come quello dei viaggi e dell'intrattenimento, hanno avuto il maggior margine di recupero e si prevede che continueranno a crescere anche nel 2023, con aumeni dei consumi soprattutto a livello familiare e nel settore dei servizi; le importazioni seguiranno l'esempio, beneficiando della probabile maggiore domanda interna dopo la riapertura dell'economia cinese.
La persistenza delle misure di riforma strutturale che facilitano la graduale transizione dell'economia cinese dall'affidarsi ai settori trainanti convenzionali (come gli investimenti immobiliari e la costruzione di infrastrutture tradizionali) a settori più "di alta qualità" e sostenibili, come l'industria manifatturiera ad alta tecnologia e l'energia rinnovabile, fa sì che i nuovi progetti di decarbonizzazione delle infrastrutture rimangano solide opportunità da esplorare per gli investitori stranieri nel 2023 grazie al continuo sostegno politico.
Va notato che, poiché la Cina si è impegnata a raggiungere il picco delle emissioni di anidride carbonica entro il 2030 e la neutralità del carbonio entro il 2060, si prevede che gli investimenti del Paese nello sviluppo a basse emissioni di carbonio supereranno la soglia dei 100 bilioni di RMB (circa 13.86 bilioni di euro) nei prossimi 30 anni.
Sebbene le aziende europee abbiano implementato efficaci tecnologie di decarbonizzazione nei loro mercati nazionali e vogliano collaborare con la Cina per aiutarla a raggiungere rapidamente l’obiettivo, ciò richiederà di fornire alle aziende europee un maggiore accesso al mercato e condizioni di parità su cui operare, in modo che possano contribuire maggiormente ai grandi obiettivi del Paese, come indicato nella pubblicazione della Camera di Commercio dell'Unione Europea in Cina del 2022 Carbon Neutrality: The Role of European Companies in China's Race to 2060.
Conclusione
Nel complesso, le proiezioni sembrano affermare che le prospettive della Cina per il 2023 dipendano in larga misura da come verranno contenuti i focolai di COVID nel 1° trimestre, soprattutto se si considera che, con l'imminente Capodanno cinese a fine Gennaio, i governi locali cinesi si stanno già preparando a un'impennata del numero di casi, in quanto le persone inizieranno a tornare dalle città alle loro città rurali in seguito all’allentamento delle misure di controllo e prevenzione della pandemia. Se si riuscirà a contenere il numero di casi nel primo trimestre dell'anno, l'economia dovrebbe riprendersi costantemente nel corso dell'anno, con una ripresa dell'attività economica e un graduale ritorno alla nuova normalità del lavoro e della vita.
A prescindere dalle previsioni, il bilancio del 2023 sarà presentato a marzo in occasione delle due sessioni del Congresso nazionale del popolo, insieme a una politica economica più concreta che definirà ulteriormente l'andamento della Cina nel 2023.
A cura di: Avv. Carlo D’Andrea, Vice Presidente della Camera di Commercio dell’Unione Europea in Cina