Cina: cambio di linea sul Covid 19

Dopo alcuni mesi di caotici lockdown in tutte le città del Paese, la Cina ha fatto un’inversione di tendenza ed ha iniziato a modificare il suo approccio alle misure di controllo contro il COVID-19.

Questi radicali cambiamenti indicano che la Cina sta finalmente abbandonando la sua politica zero-Covid e sta cercando di “convivere con il virus” come ha fatto il resto del mondo. Esamineremo ora le specificità delle ultime politiche in atto, il loro effetto sul campo e il percorso di graduale riapertura che la Cina sta affrontando.

Inversione di linea politica

Il Meccanismo congiunto di prevenzione e controllo del Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese ha annunciato, all’inizio di dicembre, 10 misure di prevenzione e controllo per ottimizzare ulteriormente la risposta al COVID-19. Queste misure comprendono l’abolizione del test COVID e del codice sanitario per i viaggiatori nazionali che attraversano le province cinesi e l’esenzione dal mostrare un test negativo dell’acido nucleico e un codice sanitario valido per accedere ai luoghi pubblici. I chioschi per i test COVID sono stati in gran parte rimossi, e anche gli ospedali, dopo 3 anni, hanno smesso di effettuare test.

Un altro profondo cambiamento che è avvenuto in questo mese di Dicembre è stata la rimozione del cosiddetto codice di viaggio digitale. Dopo lo scoppio dell’emergenza pandemica, il Ministero dell’Industria e dell’Information Technology cinese aveva progettato un servizio pubblico per la prevenzione COVID che utilizzava la geolocalizzazione dei telefoni cellulari per determinare quali aeree gli utenti hanno visitato.

Il codice di viaggio digitale ha permesso ai dipartimenti competenti di valutare il “rischio” di una persona durante il suo viaggio sulla base dei luoghi in cui ha soggiornato per più di 4 ore nell’arco di 14 giorni, consentendo di darle accesso o di limitarne l’ingresso ad aree pubbliche, tra cui alberghi, ristoranti e zone residenziali. Dal 13 dicembre il codice di viaggio digitale è stato dismesso dall’uso.

Risposta ottimizzata ai casi COVID-19

Con l’introduzione di questi tanto attesi cambiamenti, che sono arrivati solo pochi giorni dopo l’allentamento dei lockdown in molte grandi città, i casi quotidiani sono comprensibilmente aumentati fino a quasi toccare i massimi storici ed anche i funzionari cinesi hanno iniziato a riformulare il linguaggio usato per parlare della pericolosità COVID-19. Per esempio la vicepremier del Paese, Sun Chunlan, che ha diretto in prima persona “la guerra al covid19” sin dall' inizio ha assicurato che la Cina sta entrando in una “nuova fase” della pandemia dove la potenza virale del virus si e’ indebolita.

Le persone con COVID-19 sono ora in grado di isolarsi in casa piuttosto che nelle strutture statali se hanno sintomi lievi o se sono asintomatici. Le linee guida di quarantena rilasciate dai media ufficiali statali segnano un punto di svolta rispetto alle precedenti misure che prevedevano l’isolamento in strutture centralizzate per i casi positivi o per chiunque fosse stato in stretto contatto con positivi. Questa linea guida era stata profondamente impopolare a molte sono state le proteste in tutto il Paese per ottenere la modifica della covid zero policy.

Le condizioni per una riapertura efficace

Mentre l’ultimo rilassamento delle politiche nazionali ha rappresentato un segnale positivo per coloro che vivono in Cina, molte persone all’estero sono ancora in attesa di cambiamenti più concreti per quanto riguarda i viaggi internazionali verso la Terra del Dragone, così da tornare alla normalità pre-pandemica.

Liang Wannian, capo del gruppo di esperti anti-COVID della Commissione nazionale di sanità ha sottolineato che è possibile tornare a una vita ai livelli di vita pre-pandemia, ma ci sono alcune condizioni per raggiungere questo obiettivo. Alcuni di queste sono già state soddisfatte, in particolare l’infettività e la patogenicità del virus che diventano più deboli nella variante Omicron. Tuttavia, la diffusione dei vaccini, pur essendo elevata tra il grande pubblico (68.86%), non è ancora sufficiente tra la popolazione anziana.

La Commissione nazionale di sanità cinese ha sottolineato la necessità di accelerare la vaccinazione degli anziani. “Tutte le località dovrebbero aderire…concentrandosi sul miglioramento del tasso di vaccinazione delle persone di età compresa tra i 60 e i 79 anni, accelerando il tasso di vaccinazione degli anziani di età pari o superiore agli 80 anni, e adottare misure speciali…”. Tali disposizioni sono state applicate sotto forma di centri vaccinali specificatamente creati per gli anziani, nonché personale medico specializzato nell’assistenza per persone in fasce d’età avanzata.

Altre condizioni per il ritorno alla normalità sono la presenza di farmaci efficaci contro il virus e l’aumento delle strutture mediche. Vedendo che il gigante farmaceutico cinese China Meheco Corp ha firmato un accordo per la fornitura del farmaco Paxlovid contro il COVID-19 di Pfizer in Cina, sembra che ci siano i segnali per una risoluzione più rapida possibile.

Le raccomandazioni della Camera di Commercio dell’Unione Europea in Cina sulla serie di misure di allentamento del COVID-19 rilasciate dalle autorità nazionali cinesi sono sempre state coerenti nel promuovere la vaccinazione tra tutta la popolazione, in particolare tra gli anziani e i soggetti più vulnerabili, per salvaguardare la salute pubblica e l’ ’introduzione di vaccinazioni a base di vaccini mRNA e di farmaci antivirali prodotti all’estero tipo Pfizer o Moderna per facilitare il passaggio alla piena apertura del Paese, con viaggi internazionali liberi da obblighi di quarantena.

Conclusione

L’ allentamento delle misure di controllo COVID in Cina  rappresentano una straordinaria inversione di tendenza per il Paese.

Dopo una lunga pausa, la Cina sembra pronta per una riapertura a tutti gli effetti con tempistiche che erano fino a ieri impensabili se consideriamo che presto studenti internazionali, professionisti, managers, investitori esistenti e potenziali, delegazioni, diplomatici e tutti coloro che si trovano nel mezzo saranno in grado di ritornare in Cina senza una quarantena in entrata forse sin dal prossimo mese di Gennaio.

 

A cura di: Avv. Carlo D’Andrea, Vice Presidente della Camera di Commercio dell’Unione Europea in Cina