L’ “Agricoltura 4.0” per il rilancio dell’economia della Regione più verde d’Europa

Le esportazioni nel settore agroalimentare rappresentano per l’Abruzzo un settore chiave per il rilancio dell’economia locale. Del resto, la resilienza del comparto è testimoniata dai dati positivi dell’export nel settore agroalimentare in Abruzzo, che, in base ai dati pubblicati da SACE, ha registrato nell’anno 2020 un incremento del 5.87 % su base annua, per un valore di 607 milioni di Euro, in controtendenza rispetto al calo medio del 6.21% riscontrato per gli altri settori industriali e commerciali.

Al fine di mantenere la competitività del comparto e rafforzare il trend di crescita è però importante l’innovazione e l’adozione di tecnologie innovative nella filiera, che possano portare benefici in termini di efficienza, competitività, e sostenibilità. Si tratta della cd. “Agricoltura 4.0”, ossia un sistema di agricoltura evoluta che, alle differenti fasi di lavorazione, applica le più moderne tecnologie collegate alla rete Internet.

L’Abruzzo può trarre notevole vantaggio da questo sistema, che permette di valorizzare le eccellenze agroalimentari, ottimizzare la produzione e della qualità dei prodotti, ridurre i costi aziendali e minimizzare gli impatti ambientali ed i consumi di acqua e carburante. Grazie alla tecnologia applicata all’agricoltura si dà inoltre forza al processo di recupero delle aree più rurali difficilmente accessibili o coltivabili.

In questo quadro, la politica regionale ha elaborato una propria strategia verso la digitalizzazione, ospitando nel proprio territorio specifici progetti verso l’Agricoltura 4.0, che creano sinergie tra il settore pubblico e privato (mirabile esempio in questa direzione è il Progetto “Pegasus – Agricoltura per il futuro”, guidato 'Istituto Tecnico Statale Agrario "C. Ridolfi" di Scerni (Chieti), insieme a Netf Drone, al Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria e ad altre aziende di livello nel settore). Si pensi inoltre al progetto di sincronizzazione dei dati presenti sul Sian (Sistema Informativo Agricolo Nazionale) inaugurato nel 2020 dall’Assessorato regionale all’Agricoltura e che prevede la creazione di una banca dati regionale e la realizzazione di due App per la tutela dei prodotti caratteristici del territorio abruzzese, avvicinando il produttore al consumatore finale e contribuendo alla promozione delle produzioni agricole di pregio regionali.

In quest’ottica, è evidente come gli investimenti nel settore dell’innovazione, rafforzando la conoscibilità, la tutela e la qualità dei prodotti, possono aiutare a rafforzare l’export verso nuovi importanti mercati come la Cina – oggi il primo importatore a livello mondiale di prodotti agroalimentari, avendo superato UE e USA nel 2019 – che però nel 2020 rappresentava, sempre in base ai dati SACE appena 7,19 milioni di euro, ossia una quantità irrisoria del valore totale delle esportazioni agroalimentari abruzzesi.

In questo senso, molto importanti sono i contributi pubblici a supporto di tale processo di innovazione.  Con riferimento particolare al sistema Italia, il Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza destina circa 500 milioni di euro delle sovvenzioni previste nel Piano per il periodo 2022 – 2025 a progetti di ammodernamento di macchinari agricoli.  Nello specifico, gli imprenditori agricoli possono beneficiare della misura “Transizione 4.0” (detta anche super-ammortamento), per l’acquisto di beni strumentali al lavoro con un credito d’imposta, ma anche della misura “Nuova Sabatini”, la nuova agevolazione messa a disposizione dal Ministero dello sviluppo economico che sostiene gli investimenti per acquistare o acquisire in leasing macchinari, attrezzature, impianti, beni ad uso produttivo.

L’obiettivo generale di questo processo a favore dell’innovazione, sentito profondamente anche dal consumatore finale, è quello di tornare sempre più alla scoperta delle origini e dei sapori più veri, attraverso la riduzione di pesticidi e l’aumento della superficie destinata all’agricoltura biologica, nel contesto degli obiettivi del Patto Verde Europeo.

Tecnologia 4.0 e ritorno alle origini non sono termini contrapposti. La tecnologia, infatti, non è il fine, ma il mezzo di riscoperta e di garanzia della qualità del prodotto. Vanno in questa direzione i processi di innovazione delle aziende italiane che hanno deciso di investire all’estero, specificatamente in Cina, tra cui si cita la CNH Industrial, azienda leader nel settore dei macchinari agricoli, che nel 2021 ha vinto il premio ASABE per l’innovazione o la Valagro, azienda abruzzese attiva nella ricerca, nello sviluppo e nella commercializzazione di biostimolanti e altre specialità nutrizionali per le colture, presente anche in Cina e che ha recentemente inaugurato un hub all’avanguardia per l’innovazione in agricoltura.

La Cina è del resto uno dei Paesi che sta investendo di più nel settore in quanto ha esigenza di aumentare i propri livelli di produttività, rilevato che, da un lato, allo stato attuale solo il 15% del territorio cinese, per la sua particolare geografia, è considerato coltivabile, e dall’altro che nello scorso anno le importazioni in prodotti agricoli (soia, in primis) hanno superato le esportazioni per un rapporto quasi di 3 a 1. 

In questo senso, importanti opportunità di cooperazione possono rinvenirsi anche nei settori della ricerca applicata, con possibili scambi tra gli atenei abruzzesi e gli atenei cinesi. Si pensi in particolare all’Università di Teramo, che vanta un centro di eccellenza in ambito agro-biologico e che ha già dei rapporti di cooperazione con la prestigiosa Università Jiao Tong di Shanghai.

In conclusione, sia da un punto di vista locale che internazionale, l’importanza dell’agricoltura 4.0 è innegabile. Per l’Abruzzo si presentano buone le possibilità di investimento e cooperazione, che possono ulteriormente spingere l’export, la ricerca applicata e così riqualificare beni e territori a sostegno della propria economia locale.
 

A cura di: Avv. Carlo D’Andrea, Vice Presidente della Camera di Commercio dell’Unione Europea in Cina e Managing Partner dello Studio Legale D’Andrea & Partners, con sedi anche a Shanghai e Pescara